mercoledì 13 febbraio 2013

Spese extra per i voli low cost: il caso della Air New Zealand

Le compagnie low cost hanno fatto diventare molti servizi di base degli optional da ottenere a pagamento. U n esempio perfetto di questa tendenza è il caso della compagnia neozelandese Air New Zealand. Nel 2010 le tariffe dei voli di breve percorrenza sono state completamente rinnovate.

I viaggiatori possono scegliere tra 4 livelli di servizi offerti, cominciando ovviamente con un posto a sedere, un bagaglio a mano di 7 kg, bevande e opzioni di intrattenimento non recente. Il pacchetto Deluxe comprende invece due bagagli ad imbarco prioritario, un bagaglio a mano senza limiti, pasti e bevande, un posto riservato con un posto libero garantito accanto, check-in prioritario e intrattenimento con le ultime uscite.


Essere la compagnia più innovativa dell’anno non mette al riparo dagli imprevisti del mercato. La Air New Zealand ha annunciato un calo del 71% dei ricavi nel mese di febbraio 2012. Come parte del suo piano di risanamento la società ha annunciato il taglio di 400 posti di lavoro.

Vi è stato un sensibile calo dei passeggeri, a cui si è aggiunto un aumento dei costi del carburante per 170 milioni di dollari neozelandesi rispetto alle stime. Tutto questo nonostante la compagnia abbia potuto beneficiare della Coppa del Mondo di Rugby e delle azioni Tasman.

L’amministratore delegato uscente Rob Fyfe ha detto che il prezzo del carburante è raddoppiato negli ultimi tre anni, a causa della complessa congiuntura mondiale, ed è stato impossibile trasferire questi costi sui singoli passeggeri.

La media del costo per gallone, tenuto conto dell’inflazione, è stata di 3 dollari negli ultimi sei mesi del 2011. Con questi prezzi fuori controllo, difficilmente la società potrà chiudere un attivo nel 2012: nei primi sei mesi dell’anno il prezzo non si è mosso di molto da quella cifra.

Se è pur vero che non sono disponibili dati ufficiali, le indiscrezioni su una condizione di disperazione della Air New Zealand sono sempre più frequenti. Fyfe e Palmer hanno invocato a luglio una urgente revisione del turismo neozelandese. Palmer ha spiegato al comitato per le finanze e la spesa pubblica del Parlamento che, nonostante i miglioramenti operazionali (un bel modo per dire “taglio dei posti di lavoro”), le performance finanziarie di Air New Zealand non fossero ottimali e che il calo nelle spese doveva ancora riflettersi nel deludente prezzo delle sue azioni.

Air New Zealand sta cercando di concentrarsi sul mercato interno, quello australiano e del Pacifico, essendo questi i mercati più sostenibili. Secondo Fyfe “un aeromobile che voli a Londra e ritorni, nel caso di un 777-300, costa 1,25 milioni di dollari andata e ritorno, con oltre il 50% dei costi totali assorbiti dal carburante. Un 737 che voli sulla tratta Auckland-Wellington spende soltanto il 23% per il carburante.

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